Siamo ormai passati dall’era del libro a quella del Post-it. Le grandi narrazioni vanno dissolvendosi anche la dove erano più forti; la fede si fa social, la politica selfie. Sono arrivati i barbari di Baricco, hanno conquistato le sedie del potere; non sono poi così cattivi, solo diversi. La storia, in cui il termine rivoluzione è un accattivante slogan per evidenziare le tappe di una lenta e non unidirezionale evoluzione, non è fatta di grandi avvenimenti ma costruita dalla quotidianità che li precede e dagli sviluppi a cui essi conducono. È nella gestione del tempo che risiede il potere degli uomini, nella capacità di utilizzare al meglio strumenti creati per differenti “fini”. Una gestione conscia di ciò che l’evoluzione biologica fa in maniera inconsapevole.

The Wall unisce le più attuali e diffuse tecniche del mondo digitale alla necessità umana di empatia, realtà e tattilità. The Wall è il nuovo progetto espositivo ideato da Federico Montagna (managing director di Artoday & digital curator) e dalla designer tedesca Myriam Kuehne Rauner per gli spazi della Galleria Angelo della Pergola 1in Zona ISOLA a Milano.

Cinque appuntamenti nei quali, altrettanti differenti artisti emergenti, esporranno, ogni volta, una singola opera. Una parete, un muro della sede renderà fisico il format editoriale on line ideato da Montagna; non un “trittico” (tre post al giorno), di un unico artista, dedicato al racconto della sua opera, ma una singola immagine e un hashtag scritto alla parete. Il processo si ribalta, l’incontro con la realizzazione artistica conduce lo spettatore ad approfondire, a cercare in rete più nozioni partendo da una posizione di forza, partendo da una fruizione reale e non mediata dell’oggetto.

The Wall Project No. 1 #MANUELFOIS allarga, e pone in discussione fin dalla prima prova, il format proposto. L’opera pittorica presentata dall’artista cagliaritano non è solo un oggetto da fruire tramite la vista ma un’installazione dove immagine e suono convivono. AUD-553310 conduce infatti nel piano della ricerca estetica di Manuel Fois, nel cuore della sua analisi pittorica di manifestazioni sonore rese visibili tramite la codifica di uno specifico software. Tracce, raccolte in luoghi sempre diversi, da cui nascono grafici che sono la materia prima che conduce a originali esperienze estetiche.

Il processo è simile a quello utilizzato da Ian Davenport per la realizzazione di molte sue opere su carta. Le Staggered Lines propongono una luccicante replica del grafico di un analizzatore di spettro, un’affollata foresta di asticelle rende visibile i colori della musica. Operazioni concettuali simili evidenziano approcci e finalità molto differenti, in linea con i diversissimi universi culturali in cui sono nati i lavori.

Se l’artista inglese da sfogo a una nuova pittura astratta carica degli eccessi e delle paure della sua generazione, le opere di Fois raccontano la nostra quotidianità, propongono un mondo avvolgente che oscilla fra analogico e digitale, fra virtuale e reale attraverso un traduzione artistica che attiva più sensi senza sovreccitarne nessuno (i celebri poli freddo – caldo di barilliana matrice).

The Wall è un progetto chiaro e ambizioso; vuole riportare il virtuale nella vita reale partendo dalla parete di una galleria che è anche showroom per il brand m2kr. Una serie di collisioni che evidenziano l’esigenza di uscire da strutture e regole codificate, che danno vita a un nuovo modo di concepire l’offerta artistica che si inserisce in maniera del tutto originale, mantenendo un precisa autonomia, in un contesto artistico in pieno fermento, in un universo dove sorgono nuove realtà differenti accomunate da esigenze simili. Dalla crisi può nascere il futuro.